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2011


Alex Donadio: Concept & Regia
da un' idea di Daniele Jalla

Torino - Palazzo Madama

produzione: Virtual
client: MuseoTorino e Comune di Torino

Cos’è “Torino Storia di una città” ?
E’ spettacolo. Pensato nella sua scenografia e nella sua struttura come un’ esperienza immersiva nella rappresentazione. Lo spazio è scena teatrale, qualcosa tra una camera oscura e una lanterna magica. Palazzo Madama, come punto di partenza per  un viaggio aller-retour.
E’ multivisione. Tutti noi dobbiamo riconoscenza a Svoboda per le sue sperimentazioni coi multischermi - un sistema che allora si chiamava ‘polyécran’ - riempiti di immagini fisse e in movimento gestite da un circuito che memorizza e che le mette in sincronia fra loro e con il suono. Questa tecnologia non fa parte degli ‘effetti speciali’, io non amo gli effetti speciali, mi interessa piuttosto l’uso ‘diverso’ di tecnologie di uso comune, anche semplici.
L’assunto dal quale si è partiti è stato l’identificazione di una città che passa attraverso le testimonianze rimaste, il suo paesaggio, le sue architetture. Solo l’inizio, per evidenti ragioni di impossibile reportage, si è dovuto descrivere con una modellazione 3D per ricreare mari, territori, fiumi, montagne e ghiacciai e i paesaggi ricreati sono una fedele simulazione visiva dell’esistito.
E’ la storia di un luogo. E se c’è un ‘luogo’ dove si incontrano nello stesso momento centinaia di immagini, quello è l’immagine filmica – Godard dice  che “il cinema filma la verità 24 volte al secondo” – ossia la ri-velazione di uno svelamento (la storia di una città non può essere che questo), di “un’altra figura infigurabile”, a dirla con Derrida, dove “il segreto di un viso (qui dobbiamo traslare nel paesaggio urbano con identica valenza) che non è nemmeno più un viso, se il viso-paesaggio racconta la visione in una storia dell’occhio”.  E’ questa la ragione della scelta di contestualizzare l’antico, di non usare materiale di repertorio quali foto, dipinti e nemmeno cartografie d’epoca. Qui tutto è riportato alla scala dell’oggi.
E’ la storia di un viaggio. Si inizia molto indietro nel tempo, passando dalle trasformazioni geografiche di luoghi preistorici per arrivare a quella zolla di terra abitata in origine dai Taurini, dove, in seguito, sorgerà la romana Augusta Taurinorum, poi in villaggio medievale, poi Capitale del regno.
In questa città contemporanea, siamo andati a ri-trovare i segni, le tracce, gli indizi della sua storia. Come già detto prima, l’assunto che avevamo era quello  che ‘la città presente contiene tutte le altre città passate’. Ma come filmare? Ho pensato subito a Walser e al suo bellissimo racconto “La passeggiata”, un libro che fornisce sempre indicazioni preziose a chi lo ama.
Dodici schermi sulle quattro pareti della Corte Medievale con immagini dinamiche, quattro schemi centrali a formare un cubo di immagini fisse che cambiano continuamente  e uno schermo posizionato a terra per suggerire una vista dall’alto della struttura della città, e dei suoi cambiamenti nei secoli. Tutto questo deve essere pensato, per forza di cose, con una scrittura filmica nomade, una passeggiata appunto, pronta agli incontri casuali e alle sorprese dello scoprire il fascino nascosto che premia quell’alzata di testa a osservare qualcosa vista spesso ma non indagata abbastanza. Il ritmo impresso è cinematografico, e questo ci permette di scoprire e osservare i luoghi nelle intenzioni della ‘passeggiata’ di Walser, dove “segretamente ogni sorta di pensieri e di idee seguono di soppiatto colui che passeggia”…  “mentre davanti ai suoi occhi smarriti si spalanca un abisso”.
Ne esce la passione per il paesaggio della città, che imprime ai filmati e alle fotografie un inconsueto ritratto.
Le riprese sono state effettuate utilizzando 4 camere ad alta definizione montate su un’apposita intelaiatura costruita per l’occasione che ha permesso una ripresa a 360°. Il tutto è stato montato su di un sistema di stabilizzazione per consentire le riprese in movimento sia col ‘camera car’ che con la stedy-cam.
L’impianto di visualizzazione è composto da un sistema con 17 videoproiettori – supportati da un sofisticato sistema di analisi e processamento dell'immagine – 17 lettori con un sistema playback video sincronizzato in alta definizione ed un’unità di controllo e comando.
L’impianto sonoro invece è strutturato con un sistema audio di 16 casse autoamplificate, realizzate per soddisfare elevati standard di precisione del suono e affidabilità a lungo termine in applicazioni professionali e impegnative.