1999
Alex Donadio: Curatore mostra e progetto allestimento
Istituto Italiano di Cultura a Parigi
Fiera del Libro - Lingotto – Torino 2001
Tel Aviv 2001
Il Cairo 2001
client:
Ministero degli Affari Esteri
Conoscevo Stefano Terra, avevo ristrutturato il suo magnifico attico con l’affaccio su Piazza della Minerva, vicino al Pantheon, a Roma. È stato per me un incontro importante che ha superato subito il rapporto professionale, diventando stima, affetto, attrazione intellettuale. Lo ricordo bene, imponente e con lo sguardo mite, intelligente, attento, tranquillo. Ci siamo frequentati anche al di fuori del lavoro e sono stato poi ospite a casa sua in quella Grecia tanto amata dove oggi riposano le sue ceneri.
Un pomeriggio romano, distante dall’anno della sua scomparsa, in quello che era stato il suo studio, Emilia, sua moglie, cercava, mi sembra di ricordare, una pubblicazione postuma delle ultime poesie di Terra edite da Scheiwiller, che voleva io avessi. È lì che è nata l’idea, anche peraltro velocemente attuata, di un’esposizione sulla sua vita e sulle sue forme poliedriche di essere scrittore. Ho avuto il privilegio di esaminare l’imponente archivio di Stefano Terra costituito da immagini, scritti, appunti, corrispondenze, e ho capito quale significato conferire a questa mostra: quello della resistenza all’oblio, al disinteresse per il nostro patrimonio culturale, per la scrittura di qualità.
Viaggiatore inquieto Terra, ammetteva di aver avuto una vita avventurosa, ma aggiungeva “malgré moi”, quasi non avesse desiderato quella vita anomala, irrequieta, da non allineato, che invece aveva inseguito e dalla quale aveva ricavato gli umori delle sue narrazioni. In continua ricerca di incanti, solo in Grecia aveva trovato un luogo di vita che, per lui, era anche un luogo dell’anima.